Intervista Saveria Dandini

Intervista Servizio Civile – Regione Lazio

Ne parliamo con… Saveria Ghia Dandini de Sylva – Presidente Istituto Leonarda Vaccari

L’Istituto Leonarda Vaccari rappresenta, fin dalla sua nascita, un esempio di accoglienza, integrazione e crescita. In che modo la presenza dei volontari contribuisce alle vostre attività?
L’istituto, sin dalla sua costituzione, ha adottato una politica di apertura al territorio che potesse perpetrare l’obiettivo dell’integrazione delle persone con disabilità, da sempre fondamentale per il modo di lavorare della struttura. Le attività di volontariato hanno accompagnato la storia dell’Istituto, tanto che nel 1995 è stata costituita un’associazione di volontariato: V.A.I.L.V. Onlus (Volontari Amici del Leonarda Vaccari) attraverso la quale rendere più sistematica e visibile l’attività dei volontari.
L’ingresso del Servizio Civile, dal 2004, ha quindi permesso di consolidare un’esperienza già sperimentata, basando il proprio operato su progetti ben strutturati e costantemente monitorati. I volontari rappresentano ad oggi un’inestimabile ricchezza per l’Istituto che, anche grazie al loro contributo, riesce ad animare le giornate degli utenti rendendole più divertenti e “leggere”. La motivazione, l’impegno, la predisposizione ad entrare in contatto con le persone in difficoltà, la sensibilità e l’empatia che hanno sempre contraddistinto il contributo dei volontari, concorrono a migliorare la qualità dei servizi offerti alle persone con disabilità e ad ampliare l’offerta di iniziative che gli operatori riescono a realizzare con gli utenti.
L’esperienza che i volontari fanno presso il vostro istituto ha rappresentato, per molti di loro, anche un’occasione di inserimento effettivo nel mondo del lavoro. Il Servizio Civile può essere una palestra anche per capire cosa si vuol fare da grandi?
Sin dai primi progetti di Servizio Civile è stato possibile constatare quanto l’esperienza vissuta all’interno dell’Istituto fosse importante per i volontari al fine di individuare e, in alcuni casi, delineare il proprio percorso professionale. Al di là delle opportunità di lavoro che l’Istituto ha offerto ai volontari a conclusione dei progetti, si ritiene utile ribadire che per molti di loro questo anno vissuto a stretto contatto con la disabilità ha permesso di orientarsi in maniera più consapevole nelle scelte, formative e/o lavorative, fondamentali per indirizzarsi verso il proprio futuro professionale. Questo mi permette di dire che il servizio civile, oltre ad essere un’importante esperienza formativa, si rivela un fondamentale strumento di orientamento, facendo emergere in maniera spiccata le attitudini, le capacità e le competenze dei volontari e mettendo a fuoco le loro motivazioni e i loro obiettivi. Molti giovani, a conclusione del progetto di servizio civile, hanno scelto di riprendere il percorso di studi interrotto, di intraprendere l’università, di iniziare un corso di specializzazione in grado di avviarli direttamente nel mondo del lavoro. Tenendo conto di questi dati, si può sicuramente affermare che il servizio civile diventa una palestra che consente di chiarire le idee rispetto ai progetti da realizzare in futuro.
I progetti di servizio civile che avete portato avanti sino ad oggi hanno prodotto dei cambiamenti nella programmazione e nella gestione delle vostre attività?
Le attività dell’Istituto vengono realizzate grazie all’impegno e alla professionalità del personale della struttura. I volontari del servizio civile concorrono a rendere queste attività più coinvolgenti per gli utenti, instaurando con loro un rapporto quasi paritario, svincolato dagli obblighi professionali degli operatori e dalle scansioni temporali derivanti dall’organizzazione della giornata. I giovani volontari, dotati di empatia, sensibilità e una grande voglia di fare, riescono a trasformare in positivo gli impegni altresì vissuti come faticosi da parte degli utenti, e riescono a coinvolgere la maggior parte di loro avvalendosi di un modo di fare genuino, simpatico, talvolta quasi cameratesco. Attività come la palestra, il calcetto, il teatro, la stessa terapia riabilitativa vengono svolte con più entusiasmo se vi partecipano anche i volontari del servizio civile, che riescono a solleticare l’interesse e il coinvolgimento degli utenti anche nelle situazioni in cui è difficile tirarli dentro. La possibilità di essere supportati da un giovane che utilizza un linguaggio più vicino al proprio costituisce infatti uno stimolo aggiuntivo al quale è difficile sottrarsi.Tutto questo consente quindi di portare avanti più progetti, o di coinvolgere più utenti nei progetti già avviati, dal momento che gli operatori sono facilitati dalla presenza del volontario.
Il vostro Istituto è impegnato su molti fronti per garantire i diritti delle persone con disabilità. Quali le sfide per il prossimo futuro?
L’istituto intende offrire ai propri dipendenti e collaboratori nuove opportunità di formazione e apprendimento, proponendo corsi su tematiche specifiche, come già avvenuto per la “Stimolazione basale” e la “Comunicazione Aumentativa Alternativa”. Questo con lo scopo di stimolare l’interesse del personale che opera al suo interno verso argomenti innovativi, attraverso i quali poter affrontare con maggiore consapevolezza la gestione della grave disabilità. La struttura si propone inoltre di promuovere iniziative aperte a bambini ed adolescenti con Disturbo Generalizzato dello Sviluppo, anche in virtù delle lunghe liste di attesa e delle richieste sempre crescenti.

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